Opere Sociali - Manaus

Quando noi Missionarie dell’Immacolata siamo arrivate qua nel 2003, nel quartiere alla periferia di Manaus Monte das Oliveiras (Monte degli Ulivi), tutto era agli inizi.

A sinistra, la zona con un po’ più di infrastrutture (scuola, servizio medico, strade e luce – ma senza acqua!). A destra stava nascendo la ‘Nuova Città’, al posto della foresta stavano costruendo una serie di casette in serie (piccole scatole di fiammiferi su e giù per i rilievi della zona) che in pochi mesi si sarebbero riempiti di gente. Erano rimaste alcune zone verdi, di proprietà privata o degli appezzamenti di terreni impervi.

Come sempre in queste realtà di povertà. Ma le persone vengono sempre più nella grande città per cercare lavoro e futuro, senza che il Municipio abbia piani regolatori sufficienti per accoglierle. Così dal 2007, sono state occupati tutti gli spazi rimasti ‘vuoti’ tra una serie e l’altra di casette. Si comincia a costruire una “barraca” con pezzi di legno e di cartone, poi pian piano si cerca di migliorare. Si fanno collegamenti elettrici improvvisati (un incredibile groviglio di fili che parte dal palo della luce della via più vicina). Si va a prendere l’acqua con i bidoni fino al posto pubblico al centro il vecchio quartiere e poi, poco a poco, si scavano pozzi in giardino (non è necessario farli molto profondi).

Qui ha lavorato sr. Celeste dal 2003 al 2010. L’aiuto ricevuto tramite l’Associazione le ha permesso di aiutare le famiglie più povere e i casi più urgenti, con una particolare attenzione ai bambini, ma sempre con uno stile che coinvolgeva vicini e risorse locali.

Per es. la signora Raquel, abbandonata dal marito, viveva in una “barracca” fatiscente con i suoi 5 figli piccoli, dandosi da fare con mille lavoretti per’mettere il riso in tavola tutti i giorni’. Nell’incontro della comunità di base locale (cioè si riuniscono tutte le famiglie della via per un momento di preghiera, lettura della Bibbia e condivisione sui problemi di tutti i giorni), si decide di aiutarla. Così le suore aiutano comprando parte dei mattoni e cemento necessari, mentre uomini e donne si impegnano il sabato a costruire la nuova casetta. È piccolina, spoglia, ma certo più dignitosa e più salutare dell’antica. L’inaugurazione è stata una festa comune, con pianti e risa insieme.